Alle 15 di ieri, mentre molte persone si trovavano al mare o al fresco in qualche località estiva, io percorrevo sotto il sole dei 40° di Roma, le vie del mio quartiere alla ricerca della casa, dove un tempo abitò, uno dei tanti eroi della resistenza romana di Montesacro: Orlando Orlandi Posti.
Arrivato a Piazza Sempione, passo davanti al Bar “Angolo Russo”, un tempo bar “Bonelli” e scendo verso Via Maiella.
Alzo gli occhi verso la lapide in onore agli EROI di Montesacro trucidati durante l’occupazione nazi-fascista. Leggo i loro nomi e mi soffermo su quello di Orlando.
Da via Maiella, mi dirigo verso Viale Gargano, la percorro tutta sotto il “solleone”.
I negozi sono tutti chiusi, solo qualche rara bottega di frutta gestita da indiani ha la serranda tirata su. Alla fine di Viale Gargano c’è quella che un tempo era la “Cartiera Nomentana” ( ora sede di Editalia S.p.A. , società editoriale che si occupa dello studio delle monete) , pochi metri dopo inizia Via Monte Nevoso, la mia meta.
Alcune case rappresentano ancora il vecchio stile imposto dall’architetto Giovannoni negli anni ’20, villini bifamiliari molto graziosi affacciati sul verde del Parco Aniene .
La casa in cui un tempo abitava Orlando, si trova al civico 14, l’intonaco scrostato all’esterno della palazzina mostra il tempo passato.
Un altro eroe della resistenza romana, Ferdinando Agnini, con la sua famiglia, abitava a pochi metri da qui, a Via Monte Tomatico.
La storia di Orlando Orlandi è giunta a me, durante le ricerche svolte sul mio quartiere alcuni mesi fa. Incuriosito dalla sua vicenda, su Internet ho scoperto il libro di Edgarda Ferri, a lui dedicato, intitolato :”Uno dei tanti” edizione Mondadori. Un libro di rara bellezza che racconta oltre all’esperienza di Orlando, gli anni bui dell’occupazione nazi-fascista nel quartiere Montesacro.
A 17 anni Orlando si avvicina al gruppo di resistenza organizzato da Ferdinando Agnini e Nicola Rainelli :l’ Associazione Rivoluzionaria Studentesca Italiana (ARSI).
Si dedica attivamente nel recupero delle armi, ai sabotaggi lungo le strade di Roma e alla propaganda contro le milizie tedesche. Ritrovo dell’organizzazione a Montesacro , è il villino di Nicola Rainelli in via Monte Argentario .
La mattina del 3 Febbraio 1944, ad Orlando arriva voce che è in corso una retata nel quartiere da parte delle truppe tedesche. Inizia una lunga corsa per le strade di Montesacro, va di casa in casa ad avvertire i suoi compagni riuscendo a metterli tutti in fuga!
Anche lui è uno dei ricercati e deve scappare, ma prima di farlo, compie un gesto “d’amore” che gli costa assai caro. Vuole rivedere Marcella un’ultima volta , la figlia dei proprietari del bar Bonelli, la ragazza che ama (ma che purtroppo non lo ricambia dello stesso sentimento) . Il destino gli è contro, viene arrestato proprio davanti bar del padre di Marcella.
Orlando riesce ad intravederla per l’ultima volta dalla macchina in cui è stato fatto salire dalla Gestapo e a sentire le urla disperate di mamma Matilde accorsa non appena le voci di quartiere l’avvertono che il figlio è stato arrestato.
“Lallo”, così veniva chiamato dagli amici Orlando, viene portato a Via Tasso (cella N°5) , dove viene interrogato e torturato fino al giorno in cui, dopo l’attentato di Via Rasella, il comando tedesco decide la fucilazione di 335 civili e militari italiani per vendicare l’attentato ai danni dei soldati tedeschi. Tra quei 335 martiri, c’è anche Orlando.
A riconoscere il corpo , fu la sua cara amica Bruna Gradassi, di professione sarta.
Nel carcere di Via Tasso, Orlando scrive molte lettere alla madre .La corrispondenza arriva a mamma Matilde con la biancheria da lavare che Orlando spedisce da Via Tasso, nascosta nelle cuciture delle camice. Scrive anche a Marcella una volta ma non ottiene mai risposta. Quelle che Orlando scrive alla madre, sono lettere piene di progetti, di angoscia, amore e speranza di un ragazzo che vedeva la sua vita ancora da scrivere . In cella con lui c’è un giovane medico con cui si confida e che lo invoglia allo studio , il suo nome è Manlio Gelsomini. In lui Orlando riversa tutte le speranze per poter cominciare un nuovo percorso professionale e sposare così Marcella.
Quando morì mamma Matilde, molte di queste lettere furono ritrovate tra i suoi cassetti. Oggi, questi preziosissimi “brandelli” di carta, sono conservati presso “l’Archivio Diaristico Nazionale” di Pieve Santo Stefano e nel 2004 hanno vinto il premio del miglior manoscritto originale .
Orlando è Medaglia d’Argento al Valor Militare .
Ulteriori approfondimenti sulla resistenza a Montesacro:
Nel periodo del ’43, la città di Roma è invasa dai tedeschi che occupano la città. In tutte le zone, si formano delle cellule per contrastare l’invasione ed opporre RESISTENZA. Nella zona nord-est della città, quindi nella nostra Montesacro, un giovane di origini catenesi, crea l’Associazione Rivoluzionaria Studentesca Italiana (ARSI) , una rete di cooperazione tra gli studenti del Liceo Quinto Orazio Flacco e gli universitari di Roma, che, oltre a reperire armi , sabotare e agire contro le truppe nazi-fasciste, svolge attività di propaganda del giornale antifascista “La Nostra Lotta (pubblicato per la prima volta il 18 Novembre del 1943) . Il suo nome è Ferdinando Agnini . Al suo fianco c’è Nicola Rainelli . E’ intorno a questi due nomi, che si sviluppa una rete attivissima di rapporti e attività propagandistiche tra Montesacro e altre zone della città. Quartiere generale di questa associazione, è la casa di Rainelli in via Monte Argentario, dove oltre a nascondiglio per le armi, è utilizzata per le riunioni dell’ARSI.
Ferdinando Agnini, è considerato la figura di riferimento dell’Associazione Rivoluzionaria Studentesca Italiana, è uno degli organizzatori dello sciopero che avviene all’Università La Sapienza di Roma, a seguito dell’ordinanza fascista che vieta gli esami a chi non aderisce alla Repubblica Sociale Italiana. Il gruppo di giovani è molto attivo nel quartiere, con sabotaggi alle linee telefoniche, attacchi alle camionette tedesche e persino un attentato ad uno noto capo zona fascista in via Maiella nel Dicembre del 1943. Le loro azioni si svolgono di giorno, ma anche di notte, quando sfruttano le gelide acque dell’Aniene, in dicembre, per recuperare le armi in un’area militare abbandonata.
E’ la mattina del 27 Ottobre 1943 , quando una truppa nazi-fascista esegue un rallestramento che si estende da Montesacro al Tufello fino a Pietralata. Molte persone vengono arrestate e trasportate a piedi per 6 km verso Mentana. Alla fine 346 di loro, vennero trasferiti nei campi di lavoro. Questo era uno dei metodi che le truppe occupanti, eseguivano, per tentare di controllare le zone e limitare (senza successo) , i continui sabotaggi e azioni di disturbo che si verificavano.
Le SS , grazie ad una “soffiata”, riescono ad avere i nominativi delle persone che rappresentano il fulcro delle attività di resistenza a Montesacro. E’ il 3 febbraio del 1944, quando i tedeschi fanno irruzione nel quartiere .
Orlando Orlandi Posti, che faceva parte dell’ARSI , venuto a sapere della retata, corre a dare l’allarme ai suo compagni, molti riescono a scappare, lui no. Fatale gli fu, il voler salutare la sua amata Marcella prima di fuggire . Aveva solamente 18 anni quando le SS lo fucilarono nelle fosse Ardeatine, dopo averlo torturato a Via Tasso. La sua storia, viene anche raccontata dalla scrittrice Edgarda Ferri, nel Libro “Uno dei tanti“. Nicola Rainelli, riesce a sfuggire riaparando nella parrocchia del quartiere. Successivamente riuscirà a scappare da Roma e a combattere fino alla Liberazione della città in una brigata partigiana.
Ferdinando Agnini si salva perchè in quei giorni si trova fuori Roma, ma il 24 febbraio, quando decide di rientrare, la polizia è pronta ad arrestarlo. Per colpa di un poliziotto che finge di aiutarlo, scrive una lettere al padre in cui raccomanda di avvertire gli amici e rassicurare la madre. Eccone i contenuti :
Caro papà,
ti prego di aiutare la mamma a superare il grave colpo.
Avvertite subito il mio intimo amico perché faccia scappare gli
altri compagni.
State tranquilli: farò il mio dovere.
Ti abbraccio.
Viva l’Italia libera!
Nando
Questa missiva, oltre a confermare alle SS la sua attività partigiana, farà si che anche il padre venga arrestato. Entrambi furono trasferiti nel carcere di via Tasso. Ferdinando subisce numerose interrogazioni durante la prigionia . Il padre, successivamente, ricorderà le condizioni in cui fu ridotto pur di non svelare alle ss i segreti dell’ASRI e i nomi dei suoi compagni. Aveva 19 anni quando, il 24 marzo del 1944, fu trasportato alle fosse Ardeatine e trucidato.
Altra figura di spicco nella vita del quartiere in quegli anni, fu Vito Artale. Ufficiale di artiglieria, richiamato alle armi, entrò clandestinamente nella Resistenza. Cercò di sottrarre ai tedeschi materiale e documenti di notevole interesse militare e di rendere inutilizzabili apparecchiature utilizzate dalle SS. Scoperto e arrestato dalla GESTAPO , viene imprigionato e torturato a Via Tasso per poi essere ucciso. Numerose furono , anche le famiglie di ebrei abitanti in Montesacro che nel mese di ottobre del ’43, furono deportate, tra queste : le famiglie Funaro, Di Veroli e Cacaurri.
Lo scrittore Beppe Fenoglio, all’epoca della caduta del fascismo, si trovava a svolgere servizio come allievo ufficiale in un reparto dell’esercito, alloggiando nella scuola elementare “Don Bosco” di P.za Monte Baldo. Nel libro “Primavera di Bellezza” (1959) racconta l’atmosfera festosa che c’era nelle piazze e i viali del quartiere:
“Mentre dalle villette si sentivano le radio a tutto volume sintonizzate sui bollettini che annunciavano la caduta di Mussolini, ovunque era un brulicare di persone e un festeggiare…”.
Sulla lapide di Via Monte Maiella, si legge anche il nome di Fantini Riziero, un anarchico Abruzzese, di Coppito (Aq). Emigrato in America aveva cononosciuto fino a divenirne amico: Sacco e Vanzetti. Rientro dall’America, cominciò una campagna a favore dei due anarchici italiani che gli costò la schedatura nella gestapo. Si trasferì nel quartiere di Montesacro, dove fu parte attiva nella resistenza del quartiere. Fu arrestato per colpa di una spia , torturato dai nazisti venne fucilato a Forte Bravetta nel dicembre del ’43.
Di seguito alcuni link di questo sito che parlano della storia di Montesacro :
Montesacro
Secessio Plebis
Gli anni della Resistenza a Montesacro Ferdinando Agnini
Sono emozioni forti per chi ancora prova crrede e sente i valori che ci sono stati trasmessi per essere custoditi e tramandati da questi Eroi nel nome della Libertà e della Patria.
Libertà e Patria: oggi ridotti a semplici fonemi e suoni di nomi, spesso trascurati, forse dileggiati se non addirittura irrisi perchè allo stato attuale sono nomi di valori diluiti di significato fino a disperdersi nel gorgo della cupida e avida vita di oggi.
Grazie Giancarlo per le belle parole e per aver visitato questa pagina!
buongiorno spakka,
le ho lette soltanto ora le tue news su montesacro, il mio quartiere da ragazzo e mai dimenticato; anche la mia famiglia ha vissuto e partecipato contro i tedeschi ed i fascisti; ero un bambino quando vicino il ponte tazio ho visto gli alleati arrivare e ricordo i due soldati sulla jeep morti e coperti di fiori. abitavo a via monte fantino, vicino orlando orlandi.
vorrei salutare enio mucciarelli, mi puoi mettere in contatto con lui? lo vorrei tanto.
grazie, spero di poterti leggere di nuovo.
nicola dell’aquila nicmadda@yahoo.it
Buongiorno Nicola e grazie del commento lasciato .
Ennio lascio una bellissima testimonianza su Montesacro anni fa, ho una sua mail : enio1932@gmail.com
Puoi provare a scrivergli.
Grazie ancora
Alessandro