Montesacro

piazza a montesacro

Mio nonno, il sor Pietro, quando parlava di Montesacro, la chiamava “Città Giardino”.   Era questo il nome che diedero originariamente al quartiere, nato negli anni ’20, dal progetto dell’Architetto Gustavo Giovannoni.

Per essere precisi, il nome era : Città Giardino-Aniene. Perchè questo nome?

Il progetto di Gustavo Giovannoni, prevedeva la costruzione di un quartiere composto da villini unifamiliari o bifamilairi, sul modello delle “garden city” londinesi, nel verde e con tutti i servizi necessari. Da qui il nome Città Giardino.

Per quanto riguarda Aniene, è il fiume che lo attraversa e che scorre sotto i ponti Nomentano e Tazio.

E’ negli anni ’50, precisamente nel 1951, che il quartiere viene denominato “Montesacro”, quando con lo sviluppo edilizio, molti di quei villini furono abbattuti per far spazio alle palazzine residenziali.

Per scoprire le origini di Montesacro, clicca qui

Nell’antichità, questa zona, era una vasta campagna che distava circa 3km dalle mura cittadine.  La strada “nomentana” , che la attraversava, serviva per collegare il centro della città di Roma a Ficulea ed inoltre era considerata una delle più antiche vie di transumanza.

Città Giardino
in Costruzione

Piazza Sempione da sempre rappresenta il punto di riferimento del quartiere . All’interno della piazza c’è il Palazzo Pubblico , la chiesa SS Angeli Custodi  e l’ufficio Postale. In passato, vi era anche un cinema-teatro nei locali adiacenti al Bar “Angolo Russo”  (quello che una volta era lo storico “Caffè Bonelli“).

Il Pallazzo Pubblico, progettato da Innocenzo Sabatini  , nel 2010 ha ripreso a svolgere attività per i servizi dei cittadini come sede della IV Circoscrizione (denominata ora III°).  In passato, il palazzo  ha ospitato anche una scuola media (frequentata da Rino Gaetano)  e il liceo Orazio, primo liceo costruito in periferia a Roma.

Quello che era il teatro-cinema, io che sono del ’77,  mi  ricordo che a fine anni ’80, era divenuto un cinema a luci rosse..il Cinema Aniene se non ricordo male,  poi dal 1991 al 1998, divenne l’HORUS CLUB, una discoteca che ebbe un grande successo in quegli anni a Roma. Dal 2007 al 2009, fu occupato da alcuni attivisti e al momento è nel più totale abbandono….peccato davvero, se si pensa che quei locali erano nati per essere un punto di ritrovo culturale del quartiere.

Cinema “storici” del quartiere, sono stati il Cinema Espero che si trovava su Via Nomentana Nuova, vicino la caserma della Finanza e dove ora al suo posto c’è una Sala Bingo (che tristezza..) e il Cinema Giardino dove da bambino ci vidi film come E.T. e il Conte Tacchia…anche questo chiuso da anni, al suo posto una pizzeria e una banca. Dal 1998 , l’unico cinema di quartiere è l’ANTARES a viale adriatico.

PONTE TAZIO

città giardino durante la guerra

Ponte Tazio in Costruzione

Il collegamento tra il fulcro del quartiere, Piazza Sempione, con la Nomentana nuova che arriva fino al centro ( Porta Pia ), lo garantisce un ponte , costruito nel 1922 denominato Ponte Tazio e progettato da Gustavo Giovannoni.

In età romana, oltre il fiume Aniene, erano stanziati i Sabini e Tito Tazio era il loro re. Fu protagonista nella vicenda del ratto delle sabine, quando i romani, sotto la guida del Re Romolo , rapirono nelle città vicine, le fanciulle, che a Roma all’epoca “scarseggiavano” . Ovviamente questo comportò, l’ira e quindi la guerra con i popoli “saccheggiati” . I sabini furono i  soli che riuscirono a tenere testa ai romani. Fu così quindi , che Romani e Sabini stipularono un trattato di pace ed unirono le due popolazioni, con i sabini che presero residenza sul colle del Quirinale.

Ponte Tazio, è anche “protagonista” nel film di Vittorio De Sica : “Ladri di Biciclette“, lo si nota al minuto 0.17.40 , quando il protagonista lo percorre con la sua bicicletta 🙂

PONTE NOMENTANO

bellezza di montesacro

Ponte Nomentano
Ponte Vecchio

Ponte Nomentano, detto anche Ponte Vecchio per gli abitanti del quartiere, viene costruito nell’ età repubblicana e permetteva alla popolazione di superare il fiume Aniene. Fu ricostruito dopo le invasioni barbariche e rinforzato con l’aggiunta di due torri sotto il papato di Adriano I.  Nell‘800, su questo ponte, Carlo Magno disceso a Roma per la sua incoronazione, si incontrò con papa Leone III. Diversi furono, nel tempo, i proprietari di Ponte Nomentano: dalla Chiesa di S. Lorenzo in Lucina , al monastero di S. Agnese, al monastero di S. Pietro in Vincoli fino a divenire nel 1532 la dogana della città.  Nel 1850 circa, durante l’invasione di Roma da parte dei “franzosi”,  fu fatto  saltare in aria per respingere le truppe garibaldine che tentavano di riprendersi la città.

Ponte Nomentano, era metà di pittori e artisti che venivano ispirati dal paesaggio bucolico che loro si presentava. Gabriele D’Annunzio, ispirò a questo luogo, un pezzo del romanzo “Il Piacere” descrivendo Ponte Nomentano così :

«Il ponte era da presso, rossastro, nell’illuminazione del sole. Il fiume pareva immobile e metallico in tutta la lunghezza della sua sinuosità. I giunchi s’incurvavano sulla riva e le acque urtavano leggermente alcune pertiche infitte nella creta per reggere forse le lenze»

Questo un dipinto di Giuseppe Vasi che rappresenta Ponte Nomentano nel 1700 circa :

ponte nomentano

Ponte Nomentano
Giuseppe Vasi

Dal 1997, il Ponte Vecchio è in “pensione” 🙂 , è divenuto isola pedonale per evitare ulteriori lesioni alla costruzione.Una leggenda narra che sul ponte  di notte, si avvisti il fantasma di Nerone, morto suicida nella villa di Faonte poco distante da li.

Nella parco di Montesacro, poco distante da Ponte Nomentano,c’è una targa ed un obelisco in onore a Simon Bolivar, il noto conquistatore Venezuelano, questo è il motivo:

Simón Bolívar

è’ il 15 Agosto del 1805 , quando sul “Monte Sacro”, Simon Bolivar, il rivoluzionario venezuelano , noto anche come “El Libertador” , fece giuramento di liberare il suo popolo e l’America Latina dal dominio spagnolo :

“Per il Dio dei miei genitori, giuro per loro; giuro per il mio onore e giuro per la patria, che non darò pace al mio braccio, né riposo alla mia anima, finchè non avrò spezzato le catene che ci opprimono!”.

Tornato in America, Simon Bolivar, partecipa alla liberazione della Colombia (1819), del Venezuela e del Perù (1821) dell’Ecuador (1822) e della Bolivia (1825).

 Nel 2005, una rappresentanza dello stato venezuelano,  rende omaggio alla colonna eretta a Montesacro in ricordo del famoso giuramento, come riporta l’articolo del giornale “La Repubblica” : clicca qui .

Omaggio a Simon Bolivar nel parco di Monte Sacro

Omaggio a Simon Bolivar nel parco di Monte Sacro
(Foto di Spakka.info)

Omaggio a Simon Bolivar nel parco di Montesacro

Omaggio a Simon Bolivar nel parco di Montesacro
(Foto di Spakka.info)

VIA NOMENTANA NUOVA, CIVICO 53

targa in onore di rino gaetano

Via Nomentana Nuova,53

E’ qui, che Rino Gaetano ha abitato e vissuto fino a quella maledetta notte del 2 Giugno del 1981. A ricordare uno dei più grandi poeti e cantautori della nostra epoca, nel Novembre del 2011, il Comune di Roma ha deciso di apporre una targa in memoria, proprio all’ingresso della palazzina dove abitò. Rino era molto legato al suo quartiere .
Per maggiori Info su Rino Gaetanocliccare qui


ACQUA SACRA

fonte acqua sacra montesacro

Fonte Acqua Sacra

La Fonte dell’acqua sacra si trova a Via Passo del Furlo, nel cuore di Montesacro. Questa sorgente è stata scoperta nel 1943 e da studi fatti, risulta avere ottimi effetti  diuretici e che favorisca i processi digestivi. La fonte si trova nel cuore del quartiere, tra i silenzioni villini che caratterizzano la zona. Ogni volta che ci passo, ritorno sempre un po indietro negli anni, quando mio nonno, mio padre, si  caricavano le bottiglie di acqua buonissima per portarla a casa…:)


PALAZZO DELLA GIL

palazzo gil viale adriatico

Palazzo GIl

Da Piazza Sempione, se si prosegue verso Viale Gargano, si arriva a Viale Adriatico. Intorno al civico 136,  è presente un fatiscente palazzone anni ’30 .  E’ il PALAZZO DELLA GIL ( gioventù italiana del littorio) , la cui palestra sportiva è dedicata a Ferdinando Agnini, figura di spicco negli anni della resistenza  e vissuto a Montesacro. Negli anni ’70 alcune ale dell’edificio vennero utilizzate per farci l’Ufficio Postale. L’amministrazione “fascista” , continuò in seguito l’edificazione di villini e complessi residenziali progettati questa volta dall’architetto Marcello Piacentini. I complessi di cui parliamo sono quelli di  via dei Monti Lepini, via Monte Scalambra e via delle Dolomiti – viale Jonio, via Capraia, via Monte Cimino, via dei Monti Cimini e via Monte Fascia…

GLI ANNI DELLA RESISTENZA
Anche Montesacro diede il suo contributo per la liberazione del paese dal nazi-fascismo negli anni della Resistenza.
Cliccate qui per conoscere i protagonisti e le vicende.

LA CARTIERA NOMENTANA
cartiera Nomentana
La Cartiera è sita alla fine di Viale Gottardo e un tempo fu il punto di riferimento industriale produttivo del quartiere Montesacro.
Ricorda il nostro amico Enio Mucciarelli :
“la sirena che annunciava il mattino l’entrata degli operai e il pomeriggio quello di uscita. Noi ragazzi che giocavamo a palla (!) per la strada dovevamo fermarci quando arrivavano i camion 18 BL a “gasogeno” che portavano la carta straccia da lavorare” .
Attualmente è la sede di Editalia S.p.A. , società editoriale che si occupa dello studio delle monete.

BAR – PASTICCERIE – LOCALI ….”LA BELLA VITA” A MONTESACRO 🙂

Ponte Tazio Birra

Chioschetto Ponte Tazio

A pochi metri da Piazza Sempione, c’è il “chioschetto di Ponte Tazio“, veramante gajardo e aperitivi da PAURA!! …D’estate affollatissimo 🙂 !

A Via Levanna, c’è il Brancaleone, noto Centro Sociale romano, è qui, che è nata nel 2007,  in collaborazione con Radio Popolare di Milano, Radio Popolare Roma! Moltissime le iniziative musicali, teatrali e sociali.

Poco prima di Via Levanna, su via nomentana, c’è PAINGROS BONVERSE’…per anni è stato il mio punto di riferimento per i panini notturni….un’autentica GODURIA!

Per la pizza a taglio, c’è il MATTARELLO D’ORO, con i supplì e la pizza margherita più buona di Roma a mio avviso! Si Trova a Via della Bufalotta, davanti al Liceo Scientifico Nomentano.

A viale Gottardo, c’è il caratteristico Ristorante Messicano Cucara Macara!

Uno dei Bar più accoglienti e che offre anche un’ottimo assortimento di vini, eccellente negli aperitivi e degustazioni, è la Torrefazione dei fratelli Bertini, su viale adriatico.

Bar storici del quartiere, sono il Bar Rosati di Viale Adriatico e Di Biagio a Piazzale Jonio.

Se poi di notte, vi prende la fame “bastarda” che volete un cornetto…un cappuccino..un caffè…quello che ve pare, insomma, c’è il bar AngoloRusso, ad angolo di Piazza Sempione, aperto tutta la notte….cornetti da paura in tutte le salse!

Barbiere di riferimento è Andrea Usiello a Piazza Rocciamelone.

Per i gelati consigliamo : Soleado a Viale Adriatico, davanti al mercato coperto e Gori a Piazza Menenio Agrippa 8B.

A Montesacro, il poeta Maurzio Soldini, ha dedicato una bellissima poesia :

MONTESACRO

Se dovessi rinascere vorrei ancora
respirare la stessa aria di allora
nello stesso posto sul tavolo di marmo
della cucina tra bacinelle d’acqua calda.

Non ricordo quei momenti perché non posso
ma la memoria era negli occhi di mia madre
quando lo raccontava e mi sono nutrito
delle sue parole allo stesso modo del latte.

Ogni volta era una peripezia maieutica
per estrarre il coniglio dal cilindro
ma il forcipe alla fine girava ad effetto
solo un piccolo segno sulla fronte sarebbe rimasto.

Vorrei ancora scalciare in quel cortile polveroso
al confine del paradiso della città giardino
e riprendermi lacrime e sbucciature di ginocchia
dietro biglie colorate tirate a ghilonfa.

Se mi chiedessero dov’è l’origine del canto
non esiterei a rispondere i verdi campi
attorno a Montesacro e al Tufello
dove ben altri scoprirono poesia.

Lì sono nato proprio in quella via
alla periferia di una città felice
di un sorriso e di un abbraccio
e i soldi non erano il coraggio.

Ci nutrivamo di affetto e di canzoni
un libro sotto il braccio e poi la radio
una cartella un diario qualche cambiale
e Montesacro fu un segno di vita.

Di seguito ci sono ulteriori articoli scritti da me riguardanti Montesacro:

Gli anni della Resistenza a Montesacro
Orlando Orlandi Posti, un eroe di Montesacro
Secessio Plebis

Link di riferimento e di spunto per questa pagina sono stati :
Ferdinando Agnini – Wikipedia
Montesacro
VediRomainBici

15 risposte a Montesacro

  1. tatiana scrive:

    bravo spakka quanto mi piace che si parli del quartiere dove sono cresciuta !!!

  2. carla scrive:

    Spakka, davvero complimenti per questa pagina Internet dedicata a Monte Sacro.
    Vorrei suggerire un piccolo riferimento alla mia amatissima scuola elementare Don Bosco che ha segnato positivamente gli anni più belli della mia vita.
    …hai ragione devi!?!?! ci nasco, ci cresco e anche se oggi sono altrove… Monte Sacro resterà sempre nel mio cuore.
    Buon lavoro, Carla

  3. enio mucciarelli scrive:

    ha dimenticato nei tuoi nostalgici, giustificati dalla tua età, che in fondo al viale gottardo cera “la cartiera del poligrafico dello stato” unico punto di riferimento come industria produttiva del quartiere, io che avevo l’abitazione vicino ricordo ancora la sirena che annunciava il mattino l’entrata degli operai e il pomeriggio quello di uscita. noi ragazzi che giocavamo a palla (!) per la strada dovevamo fermarci quando arrivavano i camion 18 BL a “gasogeno” che portavano la carta straccia da lavorare.

  4. Sono nato nel 1940 a Città Giardino dove ho trascorso i miei primi 15 anni in via di Monte Sacro n°26 ;ho frequentato la Scuola Elementare don Bosco ( della quale ricordo ancora il fascio littorio sul pavimento dell’ingresso e la amata maestra Barbieri) e le medie inferiori al Quinto Orazio Flacco. Ancora vivo è il ricordo della sirena della cartiera del Poligrafico che ci avvertiva delle incursioni aeree degli alleati e che ci faceva correre precipitosamnete nel “Rifugio ” sito nelle viscere del Monte Sacro . Quando possibile ,pur vivendo a Monte Mario ( ho cambiato monte), sono felice di tornare a rivivere emozioni di gioventù, ripassare sul Ponte Vecchio , osservare il Mausoleo abitato nel primo dopoguerra dalla” sora Giulia “e passare alla fonte dell’Acqua Sacra,recarmi al mercatino di P.za M.Agrippa.Un nostalgico saluto.

  5. patrizia scrive:

    che emozioni!!!!
    nel parco di montesacro… la giostra…il trenino…lo zucchero filato…il gelato!!!!
    dall’uscita nel passeggino alle 6 antimeridiane, perchè mamma diceva che l’aria della pineta faceva bene !!
    all’appuntamento segreto con l’amichetto delle medie….
    alle confidenze con le amiche…
    infanzia, adolescenza, giovinezza…che ricordi…MONTESACRO

  6. Tiziana scrive:

    Via Dolomiti e’ la mia casa,anche se vivo all’eur……sono nata li,mia madre è’ nata lì e sono 76 anni che ogni mattina apre la finestra e gode di questa meraviglia!!!!! Via Dolomiti il mio cortile , la mia infanzia , i miei amici e tanti meravigliosi ricordi!!!!! Grazie per questo video

  7. Raffaella scrive:

    Ciao! Grazie per questa bella pagina che voglio condividere sul mio profilo FB. L’ho trovata mentre cercavo info e foto sull’ex cinema Aniene, nel quale ho molti ricordi di bambina, prima che diventasse cinema porno e poi Horus, per finire abbandonato.
    Non so se te lo ricordi, ma quel cinema aveva un tetto ‘a cannocchiale’ e d’estate si azionava un meccanismo di apertura che faceva scorrere i tre elementi che lo componevano uno sull’altro, così da ritrovarsi sotto le stelle a guardare un film. Solo per questa caratteristica, più unica che rara, andrebbe ristrutturato e conservato. Purtroppo, non ho foto di quel periodo, ero una bimbetta, ma se qualcuno ne avesse mi farebbe piacere vederle. Ti ringrazio ancora per questo bel ‘racconto’ di un quartiere che amo da sempre e in cui vivo da un bel po’ 🙂

  8. Alessandro scrive:

    Bellissimi ricordi. Sono nato a Montesacro, ho frequentato le elementari alla Don Bosco e le medie alla succursale della Cesare Piva, che si trovava di fronte alla chiesa del Bambino Gesù a Sacco Pastore. Pomeriggi trascorsi ai giardinetti lungo l’Aniene e al mitico campetto della parrocchia.

  9. Silvia scrive:

    Mia madre ha vissuto tutta la sua infanzia e parte dell’adolescenza tra via Cimone e Viale Gottardo. Poi si è sposata e da 60 anni vive al Tufello. Ha l’Alzheimer, e non c’è giorno che non dica “Voglio tornare a casa mia, a Montesacro….”

  10. Bressa Mario scrive:

    Ho abitato negli anni 40 a montesacro, ed ho fatto le medie all’Orazio Flacco quanti ricordi. Il cinema Aniene, il ponte Tazio che passavo tutte le mattine in filobus o in bici per andare dopo le medie alle superiori in citta. Il ponte vecchio ed i giardinetti erano i posti dove accompagnavo le amiche. Bravo mi hai riportato indietro ai tempi della gioventu’ bellissimo.

  11. Filippo scrive:

    Vorrei giusto precisare che non è stato Marcello Piacentini a progettare i complessi insediativi che menzioni sopra ma Massimo Piacentini, un meno noto lontano cugino di Marcello, e li progetta per l’Istituto Case Popolari che dal 1924 dirige il Consorzio per la Città Giardino Aniene dopo la liquidazione dell’Unione Edilizia Nazionale.

  12. Silvio scrive:

    Belle pagine sul nostro quartiere. Vorrei contribuire ricordando che, nell’edificio ex GIL, oltre all’orrenda Posta che ha deturpato la parte posteriore dell’edificio, c’è la scuola Montessori che non solo porta il nome di Maria Montessori ma è anche una scuola a metodo Montessori, dai tre anni (casa dei bambini) ai 10 (primaria statale), una delle poche scuole Montessori pubbliche italiane. Nata all’inizio degli anni ’70 per volontà di un gruppo di insegnanti e genitori che occuparono l’edificio, è ormai una realtà importante e consolidata nel quartiere. Il metodo Montessori, applicato in migliaia di scuole di tutto il mondo, sta vivendo in questi anni una seconda giovinezza dimostrandosi particolarmente adatto per preparare i bambini e i ragazzi alla nuova era globale. Valorizziamo e facciamo conoscere questa realtà importante del nostro quartiere

  13. liber007 scrive:

    Mi sono imbattuto in questa pagina cercando informazioni sul quartiere in cui andremo ad abitare fra qualche mese.
    Abbiamo cercato assiduamente casa negli ultimi 3 anni, nei quartieri più disparati di Roma (Bologna, Garbatella, Prati, Ostiense, Eur, Talenti), fino a quando ci siamo imbattuti in un annuncio di una casa in Via Brennero, con un affaccio stupendo dall’Aniene in giù. Zona fino ad allora a noi sconosciuta, ad esclusione di Piazza Sempione in cui prima di avere l’auto approdavo con gli autobus dal centro per poi prendere un ulteriore notturno, credo l’N22.
    Ci siamo innamorati subito del quartiere, nel frattempo è nato nostro figlio e nell’ultimo anno abbiamo circoscritto la ricerca delle case alla sola zona di Città Giardino, fino a quando, proprio ieri, abbiamo ricevuto la lieta notizia di accettazione della proposta.
    Leggendo i vostri commenti legati all’infanzia trascorsa nel quartiere mi commuovo ripensando alla mia infanzia, trascorsa in un paesino di 1000 anime tra Puglia e Molise, in cui ho sempre potuto respirare aria di “libertà”.
    Scrivendo queste parole penso al mio bambino, lo immagino crescere in questo quartiere stupendo come è stato per voi, sperando che possa respirare un pizzico di quella libertà che ho avuto la fortuna di vivere.

    Grazie a ‘spakka’ per aver creato la pagina e per tutte le informazioni che contiene.

    Un caro saluto a tutti da un nuovo inquilino…

  14. elisabetta ceccarelli scrive:

    Spakkaaaa, devo dire che spakki proprio . . . cercavo cose su Montesacro e mi è apparso il tuo sito. . . eppoi cosa trovo? . . . un video del condominio dove abito . . . NOOOOOO!!!
    Devi sapere che io sono vent’anni che abito in Via Dolomiti ma ho impiegato 7 anni per trovare una casa qui dentro; venivo a fare la pausa pranzo con un libro nel cortile/piazzetta, che a questo punto so essere sotto casa tua, e tampinavo tutti per sapere se si liberava qualcosa, povero Franco, ero il suo incubo . Queste piazzette e le costruzioni circolari mi sembravano il concetto più bello dell’abitare che avessi mai visto . . . alla fine ce l’ho fatta. E ti devo ringraziare anche per le immagini e le storie di Montesacro, Città Giardino, che mi hai regalato per non parlare di quelle del Festival dove mi sembra di aver riconosciuto anche il mio amico, il mitico Marcello MareCielo . . . poi Rino Gaetano, Valerio Verbano . . . ecc ecc GRAZIEEEEE !!! . . . ed in ultimo in questo momento difficile, smanettavo proprio cercando edifici in disuso a Montesacro pensando che ora più che mai dovremmo “agreggarci” e “ricostruire”, mi hai fatto fare, a sorpresa, delle sane, rare, Belle Risate con la tua Redazione, regalo preziosissimo . . . SPAKKKKIIIIIIiiiiiiiiiiiiii

  15. Mirna scrive:

    Io venni ad abitarci nel settembre del 1975. Avevo 7 e mi iscrissero alla Don Bosco, ovviamente. Credo che in quegli anni fosse l’unica scuola elementare della zona. Venivamo da Napoli in seguito al trasferimento lavorativo di mio padre; ancora ricordo il giorno che andammo a firmare il contratto d’affitto di quella che poi sarebbe diventata la casa della mia “prima metà” vita della gioventù; la mia “seconda giovinezza” la sto trascorrendo non troppo lontano: ora abito a SanBa. Sono felice di poter fare una brevissima digressione al tema (Montesacro), in favore di questo mio nuovo quartiere tanto problematico, tanto denigrato, ancora così irrisolto. Posso garantirvi che, chi mai sarà incuriosito da questo mio spunto e vorrà visitarlo con gli occhi del turista, con lo sguardo attento di chi non si accontenta di vedere, ma vuol “guardare”, bhé, … non rimarrà deluso! Al suo interno convivono edilizie come compagine fisico-architettonico molto diverse dovute ai diversi periodi, e alle diverse esigenze urbanistiche che di volta in volta ne determinarono l’aspetto. La parte del quartiere degna di una visita è sicuramente quella fisicamente collocata nel rettangolo tra la via Tiburtina, la via del Casale di San Basilio, Via Morrovalle e via Montegiorgio (comprese la zona delle villette basse con giardino).
    Comunque tornando a noi io abitavo in quel grande complesso di marrone con le ringhiere bianche, alla destra della Nomentana, andando verso piazza Sempione da fuori, dopo via Ugo Ojetti, in quel tratto di strada curva, sfortunatamente resa famosa per l’altissimo numero di incidenti. Ne occorrevano con cadenza praticamente mensile, tra cui c’era quello irrimediabilmente mortale ogni anno. Oramai assuefatti, a quell’interminabile (lo era davvero!) greve e ruvido sibilo procurato dall’attrito delle gomme sull’asfalto, ognuno di noi attendeva inerme, l’orribile rimbombo mortale del fracasso metallico, immancabile seguito e termine del tutto. Poco più avanti la cosiddetta “scuola BLU’ costruita in aiuto della vecchia sede di via Levanna, è stata quella delle medie. All’epoca, i ragazzi di due, tre anni avanti frequentavano seguendo i doppi turni; credo quel periodo rappresento’ l’apice della curva raffigurante il rapporto alunni/scuole, drasticamente in discesa sino ad 0ggi. In quegli anni le strade di quella zona, più precisamente chiamata Montesacro alto erano ancora sterrate, belle bianche, piene di brecciolino e polvere. Erano purtroppo i tempi delle rotture dei vetri delle macchine per rubarne gli stereo nascosti, inutilmente sotto i sedili. Di fronte alla farmacia sulla Nomentana, più avanti, quella sempre aperta pure la notte, la scalinata che portava verso P.zza Vulture, grondava sangue, quello di quei poveri ragazzi, dall’aria spiritata e persa, devastati dalla maledetta droga, che noncuranti dei passanti, vedevo ogni giorno, iniettarsi nelle vene di quelle braccia rese ormai esili dal veleno. Qualcuno è morto accasciandosi, quasi sciogliendosi nella pozza d’acqua ai piedi della fontanella dove avevano bevuto l’ultimo sorso di vita.
    Dalle mie finestre potevo bearmi alla vista dei copiosi greggi di pecore che quotidianamente passavano sotto casa, guidate dall’ormai conosciuto pastore e dai suoi due canoni, abilissimi nel raggrupparle nel momento dell’attraversamento della Nomentana per immettersi, aprendosi a raggio, in quella stupenda verde spianata che caratterizza quella meraviglia del Parco dell’Aniene……La pizza più buona del mondo formava una fila di impazienti affezionati clienti, lunga che andava dal marciapiede al piedistallo posto al centro di Piazza Sempione, dove la Madonnina in segno di benevolenza vegliava sugli astanti….

    Insomma quest’era!!!
    Mirna

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