La tragedia sul Nanga Parbat del 1970

Nanga Parbat montagna

Nanga Parbat

Qualche anno fa, leggendo la biografia di Reinhold Messner, scoprii la tragedia che lo aveva colpito nel 1970 durante la scalata al Nanga Parbat e della tragica morte di suo fratello Gunther. Andrò per gradi, cercando di ricostruire , sulla base delle mie letture e ricerche, quello che accadde nel luglio del 1970, sulla “montagna mangia uomini“(così chiamato dai pachistani il Nanga Parbat, vista l’elevata mortalità di alpinisti che ha provocato durante i tentativi di scalata).
A guidare la spedizione, fu il medico ed alpinista : Karl Maria Herrligkoffer, che già nel 1953 guidò la spedizione sul Nanga Parbat in cui Hermann Buhl, uno dei più grandi alpinisti della storia, riuscì a compiere l’impresa di arrivare a quota 8.125 m in solitaria ascendendo verso il versante nord est denominato Rakhiot. Dalle testimonianze degli altri alpinisti che fecero parte alla spedizione del 1970, emerge che il rapporto tra i due fratelli Messner e il capo spedizione Herrligkoffer non fu dei più idilliaci, difatti i due giovani alpinisti trentini non ne condividevano le modalità e le strategie della scalata, reputate non idonee ad una ascesa così delicata quale quella del Nanga Parbat. La personalità di Reinhold Messner era già evidente all’epoca, era deciso più che mai ad arrivare alla cima del Nanga Parbat a qualunque costo, ma la stessa caparbietà l’aveva anche Gunther, che erroneamente da alcuni era visto come una figura più “debole” rispetto al fratello , un errore, per il solo fatto che prima di arrivare in Pakistan, aveva già dimostrato le sue ottime qualità tecniche e fisiche nelle arrimpicate. I ruoli tra i due fratelli nella scalata del 1970, comunque furono differenti, Reinhold aveva il  ruolo di guida assieme agli alpinisti ritenuti da Herrligkoffer più idonei e Gunther inveve era impegnato a preparare la via da seguire per l’ascesa delle tappe che li avrebbe portati ai famigerati 8000 mt. Il punto chiave di quella tragedia, si ha la notte del 26 Giugno. I fratelli Messner e Gerhard Baur ( un alpinista che aveva filmato da regista numerose scalate e che era stato chiamato da Herrlingkoffer proprio per questo ) , sono al campo V, ad un passo dalla meta, hanno le seguenti direttive: in caso di brutto tempo, dal campo base sarebbe partito un razzo rosso, con relativa istruzione che avrebbe tentato la scalata alla vetta il solo Reinhold. In caso di razzo blu, quindi di buone previsioni meteo, la scalata sarebbe stata portata a termine da tutti e tre,  in attesa dell’arrivo delle altre squadre. Le previsioni meteo del 26 giugno, fanno capire che ci sarà bel tempo ancora per qualche giorno, quindi il campo base (allestito più in basso rispetto il campo V dove si trovano i Messner e Baur), prende un razzo di colore blu per avvertire il campo V di procedere assieme . Il razzo identificato di colore blu però si rivelerà di colore rosso quando esplode in aria! Reinhold Messner quindi comunica ai suoi compagni che procederà da solo per tentare di arrivare alla meta. Con se non porterà lo zaino (un peso) , ne corde, è intenzionato a rientrare al campo V il prima possibile. La traversata si rivela molto difficoltosa, l’attacco agli 8000 viene dato attraverso il versante Rupal (sud – sudest), estremamente scosceso. Gunther seguirà Reinhold di nascosto partendo qualche ora più tardi e cercando di convincere inutilmente anche Baur che però si attiene alle indicazioni ricevute dal capo spedizione. Reinhold è quasi arrivato alla cima, quando vede Gunther! Lo sforzo fatto dal minore dei Messner per raggiungere il fratello è grandissimo, in poche ore è riuscito a colmare il gap che li divideva ed ora stremato è li con il fratello maggiore pronto a raggiungere la meta assieme a lui e non dopo di lui! E’ il 27 Giugno 1970 quando arrivano alla cima! Come testimonianza del loro passaggio, Reinhold lascia i suoi sopraguanti congelati ed ormai inutilizzabili, su di una roccia.
Nanga-ParbatLa traversata compiuta da Gunther lo ha stremato e a 8000 metri il cervello umano si impoverisce di ossigeno, iniziò a sentirsi male e fu evidente che sarebbe risultato impossibile riscendere per la via dell’andata non attrezzata in alcun modo. Colti dalla notte, bivaccano ad oltre 8000 metri! La mattina dopo vedono salire due loro compagni di scalata : Felix Kuen e Peter Scholz. Reinhold cerca di comunicare con Felix (davanti rispetto a Peter, come riporta la figura accanto), chiede una corda, li invita a tentare la scalata attaccando direttamente la cima nella loro direzione invece di aggirarla. Avrebbe significato risparmiare si minor tempo , ma la difficoltà di tale ascesa era di notevole difficoltà rispetto a quella di aggirarare la cima, era troppo difficoltosa come cosa . Il forte vento che aleggiava in alta quota , non facilita affatto la loro comunicazione e quando Felix e Peter si allontanano dalla loro visuale,  Reinhold capisce che non resta altro che trovare una via altrernativa. Gunther non avrebbe resistito ad un altro bivacco in quelle condizioni, così decisero di scendere per il versante Diamir, una scelta obbligata, dettata dalla voglia di sopravvivenza e sopratutto dalle condizioni fisiche del più piccolo dei Messner che cominciava ad avere alluncinazioni. Fu Reinhold ad andare avanti indicando a Gunther la via da seguire, tra i vari serracchi e slavine che la discesa presentava. Quando finalmente arrivò alla base della parete Diamir, voltandosi non vide più il fratello. Lo aspettò per un giorno intero ma di Gunther non vi era traccia! Tornò indietro cercandolo per tutta la notte e l’intero giorno dopo senza alcun risultato. Vi erano però le tracce di una slavina che probabilente sepellirono Gunther ormai stremato nelle forze a pochi metri dalla quella che probabilmente, sarebbe stata la sua salvezza. Distrutto dalla fatica, Reinold con i piedi congelati (perderà 7 dita), continuò la sua discesa verso valle dove alcuni giorni dopo, fu salvato da alcuni pastori del posto. Nel frattempo, Felix Kuen e Peter Scholz riuscirono a loro volta a salire sugli 8000 metri, (trovando i guanti congelati lasciati da Reinold) e a riscendere grazie all’aiuto degli altri componenti della squadra che dal campo V, si adoperarono a preparargli la via del ritorno. Karl Maria Herrligkoffer per quanto riguarda le ricerche dei Messner, spedì dei fax alle autorità pachistane decidendo di smontare i campi senza provare a mandare degli uomini in soccorso di Reinhold e Gunther, fu questa l’accusa che muoverà Messner una volta terminata la spedizione oltre a quella del razzo rosso erroneamente spedito la notte prima della presa degli 8000 metri. Herrligkoffer da parte sua accusò Reinhold di aver abbandonato Günther ben prima della discesa, sacrificandolo alla propria ambizione di attraversare il Nanga Parbat da entrambi i lati (ambizione che Messner riferì ai suoi compagni durante la salita agli 8000 mt). Dopo tale tragedia, Reinhold, tornò molte volte sul Nanga, nel 1978, riuscì nella storica impresa di scalare tale montagna da solo in perfetto stile alpino ( senza ossigeno supplementare, senza corde, senza campi preinstallati).

1978 Scalata al Nanga Parbat in stile alpino

1978 Reinhold Messner – Scalata al Nanga Parbat in stile alpino

Nel 2000 fu ritrovato un osso ai piedi delle pareti del Diamir che grazie alle analisi sul DNA risultò essere appartenuto al corpo di di Gunther. Gli altri resti del corpo del giovane Messner, furono trovati nel 2005 , sempre sul versante Diamir.
La posizione del corpo di Gunther, confermava il racconto di Reinhold sulla morte del fratello, mettendo fine alle polemiche che dal 1970 lo accusavano di aver rispedito il fratello più piccolo giù per la Rupal, imboccando da solo la discesa più facile, per arrivare prima al campo base  ed essere inoltre il primo alpinista a salire da un versante e riscendere dall’altro.
I resti del corpo di Gunther, furono bruciati secondo l’uso tibetano, ma Reinhold riuscì a far uscire dal paese uno scarpone contenente alcune ossa, nascosto in uno zaino; l’analisi del DNA su queste ossa confermò che si trattava proprio dei resti di Günther.

Qui sotto il film documentario ”NANGA PARBAT-LA MONTAGNA DEL DESTINO” :

Ed ecco alcune foto dei protagonisti di quella scalata :

protagonisti della scalata al Nanga Parbat del 1970

Alcuni protagonisti della scalata al Nanga Parbat del 1970

Lo scarpone ritrovato di Gunther Messner

Lo scarpone ritrovato di Gunther Messner

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